Le strade strette e affollate di Napoli sono sempre piene di gente che riempie ogni angolo di rumori e di suoni, mentre auto e moto si muovono velocemente ed i turisti sono desiderosi di assaggiare l’originale pizza napoletana, tra una foto ricordo e l’altra con gli splendidi monumenti della città. Ma sotto questo vivace caos c’è un’altra città tranquilla e silenziosa, che vive tra umidità, oscurità e qualche sguardo curioso: la Napoli Sotterranea.
Le fondamenta su cui è costruita la città di Partenope sono roccia e compatta cenere vulcanica, con una vasta rete di tunnel e gallerie di diffenti epoche, sorta in una storia che non è sempre stata positiva, dalla Neapolis greca agli acquedotti sotterranei dei Romani, in seguito con i primi Cristiani e la loro sepoltura dei morti, fino alla chiusura della città sotterranea in seguito all’epidemia di colera del 1880. Durante la Seconda Guerra Mondiale questa parte della città recuperò la sua essenza, quando venne riaperta per proteggere i cittadini dai costanti bombardamenti della zona. Da piazza San Gaetano o da via Sant’Anna di Palazzo si può accedere alla Napoli Sotterranea e tornare indietro nel tempo, con una guida che ci condurrà attraverso un labirinto di passaggi e che ci aiuterà a conoscere meglio questo magnifico posto. In circa due ore di percorso nel sottosuolo e nei suoi misteri vedremo luoghi davvero unici e inaspettati, come una parte del teatro greco-romano di Nerone che avrebbe ospitato fino a 6mila spettatori.
In queste profondità si trovavano molte cisterne e pozzi, che anticamente si usavano per conservare l’acqua piovana per le case; nel 1941 sono stati prosciugati e chiusi per costruire il vecchio impianto elettrico, anche se era il rifugio per molte persone. Utensili, giocattoli, radio ed altre cose sono tra le reliquie dei napoletani che vedremo durante la nostra visita, elementi molto curiosi di questi rifugi antiaerei nel sottosuolo. Una delle sezioni più particolari per la crudezza delle storie che le accompagnano è quella delle diverse catacombe, come quelle di San Gennaro o di San Gaudioso. Con una candela che darà la guida, passeremo attraverso una lunga galleria, stretta e fredda, dove anticamente scorreva l’acqua che raggiungeva le cisterne grecoromane. La più grande di queste è stata costruita dai Romani nel II secolo d.C. ed utilizzata fino XIX secolo, in tufo giallo e molto alta rispetto al piccolo spazio di accesso.
Non si può concludere la visita senza conoscere una delle più curiose leggende di questa città: un personaggio chiamato Monaciello, di bassa statura e dall’abbigliamento che nella penombra sembrava un saio da monaco, che doveva essere un pozzaro ovvero uno di quei lavoratori che avevano accesso ai pozzi delle case, perciò conosceva bene i cunicoli sotterranei e tramite questi poteva accedere ad ogni casa. Nell’immaginario napoletano era uno spiritello, un elfo o qualcosa del genere, che poteva avere natura benefica o dispettosa, interessato soprattutto alle donne della casa.